"Parto in ritiro con la Juventus. Il mio rapporto con Rita, ormai, si è fossilizzato nell’abitudinarietà.
Io la guardo ancora con il desiderio di amarla, ma questo atteggiamento sembra tutt’altro che ricambiato.
Ogni cosa che dico o faccio è scontata.
Io stesso sono scontato, l’esatto contrario di “speciale”, come vorrei sentirmi per lei e come invece riescono a farmi sentire alcune donne con cui conseguo la mia personalissima “laurea” in autostima, grazie anche a un nuovo compagno.
È Stefano Tacconi.
Ricciolo biondo, occhio azzurro e malandrino, fisico atletico. È anche subdolamente astuto e brillante nelle conversazioni.
Riesce a porre espliciti inviti sessuali senza risultare mai volgare o inopportuno.
Un tardo pomeriggio, dopo l’allenamento, montiamo sul pulmino a nove posti dell’albergo, carichiamo un paio di tifose conosciute la mattina e, dopo neanche mezz’ora, lasciamo il mezzo nel parcheggio di un campeggio e ci infiliamo nelle due tende che la struttura ci ha messo a disposizione.
La cosa si ripete spesso nelle due settimane di ritiro e, in qualche modo, è risaputa.
Zoff, che è uomo di mondo, quando vede me e Tacconi sul pulmino, pronti alla fuga, si limita a commentare: «Se vi avanza qualcosa, sapete dove portarla...».
Dietro quella maschera austera e quasi mai sorridente, cela una spiccata umanità..."
[Totò Schillaci]
Fonte: autobiografia "il gol è tutto"